Il primo tratto è su strada asfaltata, dopodiché ci inoltriamo nel bosco in direzione della bella chiesa tardomedievale di Santa Maria Maddalena. Questa chiesa per la sua austera semplicità è scelta ancora oggi dalle giovani coppie che vogliono sposarsi: all’interno pareti spoglie in pietra, fuori il bosco e il panorama che si apre sul paese di Lucinasco ormai lontano e sull’immensità delle montagne che ora cominciano a vedersi.
Il sentiero che si deve seguire è ben segnalato dalla classica segnaletica CAI a striscia bianca e rossa. Poco oltre la chiesa di Santa Maria Maddalena il percorso si fa più ripido e il dislivello diventa importante. Si risale il bosco, che ad un certo punto si dirada diventando il regno delle capre, e infine si arriva a 800 m slm sul crinale del Monte Acquarone.
Giunti sul crinale, la cosa meravigliosa di cui ci si rende conto è che da qui si vede benissimo il mare, che pure è distante alcune decine di km! Una piccola cappella di valico, la chiesa del SS. Nome di Maria, ci indica che siamo lungo la Strada Marenca, la via della transumanza lungo la quale ogni anno si spostano da e verso il mare le mandrie di mucche. Questa cappella ha il classico aspetto delle cappelle e piccole chiese che sorgono qua e là isolate lungo antiche strade del Ponente: hanno un portico più o meno chiuso davanti all’ingresso, con tanto di panchina per consentire il riposo del pastore di passaggio e il ricovero in caso di pioggia. Questa cappellina, tutta bianca, ha sulle pareti una meridiana per indicare l’ora del giorno al pastore. Nulla è mai fatto per caso.
La Strada Marenca non è una semplice via di comunicazione. È un percorso millenario che mette in comunicazione il mare, quindi Oneglia e Porto Maurizio, con le valli del Monregalese (Provincia di Cuneo, Piemonte) che si snoda in tanti sentieri e percorsi minori, tra crinali e mezze coste raggiungendo anche, sui percorsi di valico delle Alpi Marittime, anche i 2000 m. Non si tratta di una semplice via di transumanza, dunque, ma di una via di comunicazione e di commercio tra la montagna e il mare.
Dopo aver percorso un tratto di questa Strada Marenca si può scegliere di ridiscendere a Lucinasco percorrendo sentiero CAI oppure la strada asfaltata. Anche la strada asfaltata regala soddisfazioni: si incontrano infatti qua e là alcune caselle in pietra a secco anche molto ben conservate. La tradizione delle caselle è molto antica e in effetti si tratta di un’architettura talmente semplice da farla risalire indietro nel tempo fino almeno all’età protostorica, prima dell’arrivo dei Romani. Si tratta in sostanza di piccoli edifici troncoconici, più o meno sviluppati in larghezza e in altezza. In Provenza un’architettura popolare simile è quella dei Bories, in Istria è quella delle Casite (Kazun) come si trovano ancora presso Dignano in Croazia: la semplicità della pietra e le capacità di muratori sapienti fanno sì che in ogni dove siano sorte e si siano mantenute costruzioni simili.
La strada ridiscende fino al laghetto di Lucinasco, dove si trova l’automobile.
Info: “Sentieri di Liguria”