Da Visitare, Siena, Toscana

Museo della tortura di Siena

Museo della tortura di Siena
Museo della tortura di Siena

Durante la nostra visita a Siena io e Daniella ci siamo imbattuti per caso in un museo particolare, il Museo della tortura. Sul momento senza riflettere abbiamo deciso di entrare pensando di fare visita ad un’attrazione turistica per stupire i visitatori, simile alla ‘casa dei mostri’ delle giostre. Una volta dentro ci siamo resi conto di una realtà per niente bella che ha fatto parte della storia italiana.

Il Museo della tortura di Siena è un luogo che fa venire i brividi solo a nominarlo. Si tratta di un museo che espone una collezione di strumenti e macchine usate per infliggere sofferenze e tormenti agli esseri umani nel corso della storia.

Ci tengo a precisare che questo articolo non vuole intrattenere o divertire il lettore ma vuole essere un punto di semplice informazione e riflessione sulla materia per contribuire a sensibilizzare le persone su quello che è accaduto e per fare in modo che certe pratiche non accadano più. Pertanto chi non fosse interessato a conoscere questo genere di cose è pregato di non proseguire con la lettura.

Il museo

Museo della tortura di Siena

Il museo si trova nel centro storico di Siena, in un palazzo del XIV secolo che fu sede dell’Inquisizione. Il percorso espositivo si snoda in diverse sale, ognuna dedicata a un tema specifico: la pena capitale, la tortura giudiziaria, la tortura politica, la tortura religiosa, la tortura sessuale e la tortura psicologica. Ogni sala è accompagnata da pannelli esplicativi che illustrano il contesto storico e culturale in cui gli strumenti erano usati, nonché le testimonianze delle vittime e dei carnefici.

Tra gli oggetti più impressionanti ci sono la gabbia di ferro, il cavalletto, la ruota, la pera d’angoscia, il corno di bue, il capestro, il garrote e la ghigliottina. Alcuni di questi strumenti sono stati usati fino a tempi recenti in alcuni paesi del mondo. Qui sono esposti oltre 100 strumenti di tortura usati nel Medioevo e nel Rinascimento per punire i reati e le eresie.  

Il museo non ha lo scopo di esaltare o giustificare la violenza, ma di far riflettere sui diritti umani e sulla dignità della persona. Si tratta di una visita che non lascia indifferenti, ma che può essere anche molto educativa e formativa. Il museo è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19 e il biglietto costa 10 euro. Se siete interessati alla storia e alla psicologia umana, vi consiglio di visitarlo almeno una volta nella vita. Ma attenzione: non è adatto ai deboli di stomaco o ai bambini piccoli. 

Il museo inoltre non ha solo lo scopo di farci rabbrividire, ma anche di farci riflettere sulla crudeltà umana e sul valore della vita. Il messaggio che trasmette è che la tortura è una pratica barbara e inutile, che non ha mai portato a verità o giustizia, ma solo a sofferenza e morte. Il museo ci invita anche a confrontarci con le forme di tortura presenti ancora oggi nel mondo, come la pena di morte, la violenza di genere, la tortura psicologica e altre violazioni dei diritti umani. 

Sala “La pena capitale”

Museo della tortura di Siena

La sala più impressionante è quella dedicata alla pena capitale, dove si possono vedere le macchine usate per decapitare, impalare, squartare e bruciare i condannati. Tra queste, spiccano la ghigliottina, il cavalletto, la ruota e il rogo. Ogni strumento è accompagnato da una descrizione storica e da immagini che mostrano come veniva usato. Alcune di queste sono davvero crude e sanguinolente, quindi vi avverto che non è un museo adatto ai deboli di stomaco. 

Sala “La tortura giudiziaria”

Museo della tortura di Siena

La sala più impressionante è quella dedicata alla tortura giudiziaria, ovvero quella praticata dalle autorità civili o religiose per ottenere prove o informazioni. Qui si possono vedere macabri dispositivi come la gogna, la ruota, la pera d’angoisse, il cavalletto, la sedia elettrica e molti altri. Ogni oggetto è accompagnato da una scheda che ne spiega l’origine, il funzionamento e gli effetti sul corpo e sulla mente delle vittime. 

Sala “La tortura politica”

Museo della tortura di Siena

Uno dei reparti più impressionanti è quello dedicato alla tortura politica, ovvero quella praticata dai regimi autoritari contro i dissidenti, gli oppositori e i rivoluzionari. Qui si possono vedere macabri dispositivi come la sedia elettrica, la gogna, il cavalletto, la ruota e la gabbia di ferro.

Sala “La tortura religiosa”

Museo della tortura di Siena

La sala che mi ha colpito di più è quella dedicata alla tortura religiosa, dove si possono vedere macabri dispositivi come la gabbia di ferro, il cavalletto, la ruota, la pera d’angoisse e la sedia della strega. Ogni oggetto è accompagnato da una spiegazione storica e da immagini che mostrano come veniva usato. Alcune scene sono davvero raccapriccianti e fanno riflettere sulle atrocità commesse in nome della fede. 

Sala “La tortura sessuale”

Museo della tortura di Siena

La tortura sessuale non è un argomento da trattare con leggerezza o ironia. È una violazione grave dei diritti umani e una forma di violenza che ha lasciato segni profondi nella storia e nella società. Con queste immagini non voglio assolutamente contribuire a banalizzare o ridicolizzare il dolore delle vittime che hanno dovuto subire una tale umiliazione.

Sala “La tortura psicologica”

Museo della tortura di Siena
Museo della tortura di Siena

Uno dei reparti più impressionanti è quello dedicato alla tortura psicologica, dove si possono vedere macabri dispositivi che agivano sulla mente più che sul corpo. Per esempio, c’è la gabbia sospesa, una piccola gabbia di ferro appesa al soffitto in cui veniva rinchiuso il condannato, costretto a stare in piedi o accovacciato per giorni senza cibo né acqua, sotto lo sguardo e le derisioni della folla. Oppure c’è la maschera dell’infamia, una maschera di metallo con punte e campanelli che veniva fissata sul volto del colpevole di qualche peccato o scandalo, come l’adulterio o la stregoneria, e che lo costringeva a sfilare per le strade subendo gli insulti e gli sputi della gente. O ancora, c’è la vergine di Norimberga, un sarcofago di ferro a forma di donna con all’interno delle lame affilate che si chiudeva sul corpo del prigioniero, provocandogli ferite profonde ma non mortali, in modo da prolungare la sua agonia. 

Le nostre impressioni

Il Museo delle torture di Siena è una visita che non lascia indifferenti e che fa parte della storia della città e dell’Italia. Se siete curiosi di scoprire questo lato oscuro del passato, vi consiglio di andarci, ma solo se avete il coraggio di affrontare le immagini e le storie che vi aspettano. 

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